Cafè d’autore: se fossi postumo sarei (Ba)ricco

Appena ho letto il titolo mi sono subito incuriosita: l’autore, Vincenzo Trama, è un un giovane scrittore milanese che sa bene cosa e come scrivere.

“Se fossi postumo sarei (Ba)ricco” , Edizioni Il Foglio Letterario, è un romanzo che nasce in periferia, dove la pianura si corrompe col cemento; il protagonista è un aspirante scrittore tenta di capire come poter diventare edito senza per questo chiedere un crowfunding tra i propri follower sostenuto da un decente hashtag. Lo guiderà in questa impresa Mombu, sedicente autore e critico contemporaneo con il vizio dell’insulto.

Tra un’ermeneutica e un Negroni, l’improbabile vicenda di due sognatori che scoprono il metodo infallibile per promuoversi nel magico mondo delle lettere: morire.

se fossi postumo sarei baricco

Uno scrittore è prima di tutto un lettore: credo che questa affermazione sia condivisibile da molti. Quali sono i tuoi pilastri letterari?

Il nostro patrimonio letterario è enorme e, per quanto sia difficile, cerco di attingere a piene mani dalla tradizione miscelandola con la lettura dei contemporanei italiani che reputo di un certo valore narrativo. 

Se proprio devo farti qualche nome posso dirti che apprezzo tantissimo la poetica di Ennio Flaiano, l’ironia di Achille Campanile, la profondità e l’umanità di Pier Vittorio Tondelli, la strutturazione del testo di Stefano Benni, la sincerità di Enrico Brizzi, lo stile di Vanni Santoni. Questi sono gli autori che più che leggere cerco di studiare. Mi piace il loro scavare nella quotidianità, alla ricerca del dettaglio o della situazione che si tramuta in surreale o grottesco.

Fino a oggi hai scritto principalmente racconti (una forma narrativa che apprezzo moltissimo), cosa ti ha spinto a scrivere il tuo primo romanzo?
Eh, il fatto che il racconto in Italia venda poco.
Il nostro paese è davvero strano. Gli editori non puntano sui racconti perché sostengono che abbiano un pubblico di nicchia, ma poi non hanno dubbi nello spingere Raymond Carver, idolo delle folle delle short stories. Se io avessi cercato lo stesso sostegno con i miei raccontini non lo avrei avuto. Non sono americano, né tantomeno morto.
Questa fenomeno lo spiega molto bene Ammaniti in Il momento è delicato, una sua raccolta di racconti. Proprio nell’introduzione non si risparmia nel ricordare come i suoi primi incontri con i grossi editori si risolvevano sempre con un netto rifiuto per quanto riguardava la pubblicazione di racconti. Pubblicavano solo romanzi, smerciabili al pari del detersivo. La cultura ridotta a prodotto: il peggior incubo possibile per chi ha un minimo di creatività.
Fortuna che io ho incontrato Gordiano Lupi che non ha mai badato alle etichette imposte dalla moda, anzi.
Io adoro la forma breve del racconto, trovo sia assolutamente seducente il fatto di riuscire a comprimere in poche, scarne pagine il succo stesso di una storia. E in effetti Se fossi postumo sarei (Ba)ricco altro non è che una serie di racconti inanellati a mò di romanzo.
vincenzo tramaCom’è nato il libro? Puoi raccontare la sua genesi? C’è stata un’immagine particolare che ti ha colpito? Un personaggio che è venuto a bussare alla tua porta?
Stavo mettendo da parte un po’ di riflessioni sul mondo dell’editoria in generale. Ridendo e scherzando ho pubblicato il mio primo libro con Gordiano quasi 15 anni fa; ne ho viste abbastanza da scriverne col giusto distacco. Il mondo dell’editoria, che sia piccola o grande, è intriso di narcisismo e autoreferenzialità. Rischi di rimanerci male se non ci fai il callo presto ed è parecchio triste. Io ormai prendo tutto sul ridire e avevo voglia che un personaggio su carta invece si sdegnasse, impegnando tutto se stesso in quella che poi è una battaglia contro i mulini a vento. Non puoi legittimare una posizione da intellettuale non avendone gli argomenti. E oggi quelli più spendibili sono lo visibilità e la vendibilità. E’ così che è nato Mombu, che è un po’ l’architrave di Se fossi postumo. Mombu è convinto che solo perché non è più un esordiente il mondo delle lettere, ma più in generale il mondo tutto, gli debba riconoscere un ruolo di prestigio. Non funziona così, nel bene o nel male.

Cinema e musica: quanto influenzano il tuo immaginario creativo? 

Tanto la musica, meno il cinema. Ho l’abitudine di scrivere ascoltando sempre parecchia musica, specie durante le diverse revisioni del testo. Quando poi un pezzo mi sembra ben riuscito non ho problemi a pogare in casa da solo sparando a palla la musica dallo stereo, con grande gioia dei vicini. Da sempre amo musica che sia alienante, capace di disturbare e di rompere con gli schemi. Black metal: il sangue nero di Satana, sempre edito con Il Foglio Letterario è un omaggio a questo modo di vedere non solo la musica, ma anche la vita. Dire e fare le cose per come le si pensano, senza preoccuparsi del giudizio altrui, anche se può sembrare follia. 

Presentazioni in programma? Dove possiamo acquistare il tuo libro?
Il libro lo potete acquistare direttamente sul sito del Foglio Letterario qui e su tutti i circuiti di vendita online.

Per le presentazioni sfondi una porta aperta: per ora di certo ho una data a Torrita di Siena nell’ambito della rassegna Borgo dei libri nel mese di maggio, ma se qualcuno avesse voglia o solo curiosità di sapere di cosa parla più nello specifico il mio libro io sono ben contento di spostarmi per leggerne qualche pagina. Ora più che mai sono convinto che una delle poche armi a disposizione che abbiamo in un mondo sempre più virtuale sia quello di incontrarsi, di stringere rapporti e legami reali, soprattutto in termini di cultura. Insomma, chi mi invita?

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