Cafè d’autore: la poesia di Fabio Strinati

Questo appuntamento di Cafè d’autore vede come protagonista il giovane poeta marchigiano Fabio Strinati, che ci racconta come la lettura di una storia possa influenzare a tal punto da mettere totalmente a nudo la propria identità.

Dopo la lettura del romanzo dello scrittore Gordiano Lupi,  Miracolo a Piombino, Fabio ha sentito l’urgenza di scrivere, ecco perché è nato il libro: Dal proprio nido alla vita, Edizioni Il Foglio Letterario.

Il libro di Gordiano racconta il tormento dell’adolescenza con un’onestà e un’eleganza che ti porta indietro nel tempo con naturalezza, facendoti sentire quella goffaggine e inquietudine che hai solo messo a dormire.

Ti fa sentire vivo, come è successo a Fabio, che ha risposto ad alcune domande.

libro fabio strinati

Fabio e la scrittura: più che come hai iniziato, mi interessa sapere cosa ti spinge a perseverare in questa forma d’arte dove entrano in gioco l’impegno e la dedizione, oltre che la creatività.

Io sono sempre stato attratto dalle parole perché mi è sempre piaciuto lasciarmi trasportare dal suono che producono. Tutto entra in gioco quando le lettere vengono accorpate ed è proprio lì che nasce la magia. Sembra un procedimento scontato ma non lo è affatto; c’è così tanta musica all’interno di una frase scritta più di quanto si immagini.

Poi, sicuramente è un impegno dedicarsi alla scrittura ma è soprattutto responsabilità: ogni parola infatti ha un significato e non bisogna mai prendere con leggerezza il vero valore che questa possiede.

Qual è l’espressione letteraria con la quale riesci a comunicare al meglio le tue idee e sensazioni?

Sicuramente attraverso la poesia perché mi permette di esprimere le mie sensazioni senza snaturarmi troppo, senza che queste vangano filtrate; mi trovo a mio agio anche per il fatto che la poesia riesce a darmi le giuste vibrazioni di cui un poeta come me ha bisogno ovvero, sentirmi sempre in tensione come se da un momento all’altro possa accadermi qualsiasi cosa. Mi piace tantissimo nuotare nell’ignoto e perdermi nei meandri dell’imprevedibilità.

Quali sono i poeti che ti hanno maggiormente influenzato?

Tantissimi, veramente tanti ma cito Andrea Zanzotto forse perché da lui ho ereditato anche quel disturbo del sonno che è l’insonnia.

Cosa rappresenta per te Miracolo a Piombino?

Miracolo a Piombino è un libro scritto attraverso l’anima di uno scrittore che è riuscito a tirar fuori quella sua vena poetica onesta e vigorosa. Un libro che mi ha aperto un mondo, che mi ha permesso di andare oltre la mia stessa immaginazione portandomi per mano senza perdermi di vista un solo istante.

Come ha preso forma Dal proprio nido alla vita? Puoi raccontarci il perché di questo titolo?

Dal proprio nido alla vita prende forma subito dopo aver letto le prime battute di Miracolo a Piombino; come ho già detto, per me si tratta di un libro scritto con il metodo dell’eleganza. Scrivo questo perché non è facile far uscire una buona dose di fascino dalla penna pur trattando argomenti come la fanciullezza, la giovinezza, l’adolescenza, la paura di spiccare il volo verso l’ignoto. Un libro è come un lungo viaggio e Miracolo a Piombino è stato per me quel biglietto verso una lunga e interminabile autostrada che è Dal proprio nido alla vita. Un titolo che mi è venuto in un attimo, non so nemmeno io come.

Progetti letterari futuri?

In cantiere ho moltissimi progetti e questo sta a significare che l’energia in qualche modo ha voglia di esprimersi attraverso la mia anima. Prima della fine dell’anno dovrebbe uscire un libro scritto a quattro mani con Michela Zanarella che s’intitola L’esigenza del silenzio. Un’esperienza veramente forte. Poi sempre con Michela Zanarella stiamo lavorando a un altro libro ma questa è tutta un’altra storia.

 

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