Questo appuntamento di Cafè d’Autore vede come protagonista una penna già nota ai lettori dello Ziggy’s Cafè: si tratta della scrittrice toscana Maila Meini, che ha firmato alcuni approfondimenti della nostra rubrica Scrittura a tu per tu.
Maila è anche lettrice vorace e poetessa: conta al suo attivo la pubblicazione di varie poesie e prose in varie antologie (San Vincenzo e poesia, 1982; Un mare di ricordi, 2007; Il Federiciano, 2009; Il vino e la sua magia, 2010) e di una silloge, Poco dopo l’inizio della sera, nel 2013.
“Il sentiero delle foglie cadute”, pubblicato da Caosfera Edizioni, è il suo primo romanzo ed è la storia di una donna che non ha paura di guardarsi dentro, anche se è buio e fa paura. Vuole conoscere le sue ombre e cerca se stessa tra vecchi diari, colmi di pensieri, lettere e poesie.
Raccontami com’è nato il romanzo
Si tratta di un’opera autobiografica?
Sì e no. Sono convinta che qualsiasi autore, compreso il famoso Stephen King, il riconosciuto re mondiale dell’horror, racconti qualcosa di sè in ogni suo scritto. Anche in questo romanzo dunque, qua e là tra le righe, c’è qualcosa di me.
Quale pensi sia il pubblico più adatto al tuo libro?
Essendo un romanzo di formazione, è adatto a un pubblico adulto, ma non troppo, soprattutto di genere femminile.
Dove è possibile acquistarlo?
Presentazioni in programma?
In programma per il momento: A San Vincenzo, il 6 agosto p.v. alle ore 21.15 alla bancarella Mondadori davanti a La Torre.
Il 15 dicembre, ore 15.30 a La Torre. A Campi Bisenzio il 15 settembre p.v. Ore 18 alla Biblioteca Comunale di Villa Montalvo; il 21 settembre, ore 16.30 di nuovo Villa Montalvo. Aliscafè Libreria ore 21. Poi a Livorno e a Pisa, in data da stabilire.
La frase del romanzo alla quale sei più legata?
L’incipit che ho pensato per giorni, di notte, prima di metterlo su carta ed è, per certi versi, il mio testamento spirituale.
“Mangerò, quando avrò fame. Berrò, quando avrò sete. Dormirò, quando avrò sonno. Mi crogiolerò nel balsamo della solitudine. Questi sono i miei progetti per il futuro. Questo è il risultato del mio passato. Dicono che si dovrebbe imparare dai propri errori. I miei più grandi sono stati la disposizione all’ascolto, la disponibilità verso gli altri, ma soprattutto l’estremo, fanatico desiderio di essere come pensavo che gli altri volessero che fossi.”