Terzo appuntamento della rubrica “Cafè d’Autore”, per chi non lo avesse ancora letto, ogni mese presento un autore e il suo ultimo libro, selezionato e pubblicato da Carmignani Editrice, una giovanissima realtà indipendente, che ha le sue radici in Toscana.
Oggi è la volta di Valerio Camporesi e il suo romanzo a episodi “Strange love, l’amore al tempo della rete”. E’ una storia dal sapore irriverente, politicamente scorretta, che ha fatto arrabbiare molte donne e ridere altre; ma, per l’appunto, una storia dei nostri tempi, che getta uno sguardo dissacrante e indagatore su uno dei fenomeni di massa – i siti d’incontri – più diffusi e al tempo stesso più sottaciuti per pudore (“Solo gli sfigati cercano una donna su internet!”).
A tu per tu con Valerio Camporesi
Valerio è nato nel 1970 a Firenze, dove vive. E’ insegnante di Lettere e si dedica nel tempo libero alla scrittura. I suoi racconti hanno conseguito riconoscimenti e sono stati pubblicati in raccolte antologiche. Questo è il suo primo romanzo.
Il romanzo: “Strange love, l’amore al tempo della rete”
Nella cornice di un’Italia in crisi economica e morale, il protagonista, rimasto senza donna, si mette in cerca dell’anima gemella seguendo la pista dei nostri tempi: internet. Ma gli incontri si riveleranno ben altro rispetto alle sue aspettative; l’amore resta una chimera inseguita per tutto il romanzo.
In primo piano è e resta il protagonista, col suo disorientamento che cresce pagina dopo pagina, incontro dopo incontro: la mente si dibatte in discussioni sempre più atroci, organizzati in un vero e proprio Parlamento interiore che discute, discute, ma senza sbrogliare mai la matassa della confusione interiore: cosa sta cercando, in realtà? Una compagna o un’amante? Un’avventura o la donna della propria vita?
E dove cercarla, questa donna? Se infatti internet è il luogo d’incontro per eccellenza dei nostri tempi, non manca uno sguardo ai vecchi e non ancora abbandonati ambienti ‘reali’, che – dalle case del popolo ai locali pseudo-alternativi – sembrano essere popolati di mostri e fantasmi di ogni genere, luoghi nei quali si svolge il dramma dell’alienazione della nostra società contemporanea.
Tutto diventa ancora più confuso e assurdo se, a mescolarsi con incontri strani e inquietanti con le donne ‘tirate su’ dalla rete, sono personaggi e mondi della sua vita, non meno confusi e assurdi. Fissata fin dal titolo, ‘strano’ è una parola che ritorna spesso nel libro: così appare la vita, nei suoi infiniti aspetti, agli occhi del protagonista, alla ricerca di regole che ne spieghino il funzionamento, specialmente nell’ambito relazionale. Ma regole sembrano non esserci, ogni supposizione appena affiorata tramonta all’indomani, infranta nel gioco di specchi di un castello d’Atlante chiamato vita in cui persone entrano ed escono senza sosta ed ogni cosa, alla fine, sembra sfuggire irraggiungibile.
Sullo sfondo del buio, accompagnato dalla colonna sonora torbida ma viva dei Depeche Mode, una luce di fede, coraggio e speranza nella vita si staglia lontana, venata dalla più grande delle risorse umane: la capacità di ridere.
E alla fine, forse, sembra addirittura squarciare il velo dell’oscurità.
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