Il Nota Bene di questa settimana mette sotto le “LUCI DELLA RIBALTA’” una donna, l’autrice Flavia Malotti. Per il prossimo appuntamento della rubrica vi abbiamo riservato una sorpresa, ma non sveliamo niente, adesso godiamoci il poetico racconto della nostra Flavia.
N.B=aprite bene le orecchie, ma anche il vostro cuore e, ovviamente, ricordatevi di accendere le casse del computer 😉
Si sedette con calma, davanti a riflessi di colori e giochi di luce che illuminavano l’unico punto di quella stanza scura. Raccolse i lunghi capelli in un veloce chignon e con abilità si passò il colore sul viso, a piccoli tocchi sulla pelle giovane. Nascose ogni espressione sotto un candido strato di bianco, così velò paure e incertezze.
Dipinse la bocca di rosa, come un cuore vivo e pulsante, e una cadente lacrima scura sulla guancia sinistra, segno della sua infinita sensibilità.
Solo gli occhi lasciò trasparenti, affacciati al mondo, limpidi come la natura le aveva regalato: quelli non si potevano nascondere.
Indossò la veste bianca, lucida, ornata di rigido tulle a circondare i suoi fianchi e col bavero nero a mettere in risalto il volto, allineò i tre grandi bottoni scuri e solo alla fine, facendo scomparire dallo specchio la sua immagine riflessa, si abbassò fino alle caviglie per allacciare le scarpette rosse. In punta di piedi, muovendo passi incerti, sfiorò il coraggio per lasciarsi andare e tremante si allungò, accarezzando le ombre, cercò nel buio la luce di quella emozione, trattenne il fiato, alzò il mento e si slancò, con le mani al cielo, lasciando scivolare l’oscurità a occhi chiusi.
Sorretta e avvolta dalla musica danzò, librandosi nell’aria fiera, come un filo d’erba che accarezzato dal vento si flette, per poi tornare ogni volta eretto, leggera come polvere di ali di farfalla e dolce, come quell’armonia penetrante che era scivolata in lei. Volteggiò in perfetta sintonia con la sua musica, fino a scordare il tempo, le ombre e le paure; sola tra gli sguardi e gli applausi di mille persone si donò , nella sua splendida bellezza. Un’apparenza indefinibile e due scarpette rosse avevano dato corpo, sulle note di una struggente melodia, al sogno più intimo che fin da bambina aveva osato disegnare.
A giovedì prossimo carissimi…con una novità 😉