Tipi da Ziggy’s: Massimiliano Grassini

Dopo la pausa di aprile, con maggio torna l’appuntamento mensile dei Tipi da Ziggy’s. Signore e signori, sono lieta di presentarvi un ironico e tagliente artista della matita toscano: Massimiliano Grassini.

elettrocapra

Chi è “l’artigiano del delirio psicologico”?

Nessuno, è una cazzata che ho detto lì per lì, era per sottolineare che se proprio mi devo definire sono un disegnatore, non un’artista, mi piacerebbe essere un buon artigiano della matita, tutto qui, inoltre “delirio psicologico” era per definire i soggetti della mostra “io sto bene”, che già dal titolo la dice lunga, rappresentazione ironica e variopinta di paure, disagi e turbe varie.


Quando hai iniziato a disegnare?

Scarabocchio da sempre, ma fino ai vent’anni non avevo mai affrontato la cosa seriamente, nel tempo mi son fermato innumerevoli volte ritrovandomi sempre al punto di partenza, ed adesso mi trovo sulla soglia della quarantina a riprovarci di nuovo, questa volta con più convinzione senza paura, tanto non ho nulla da perdere.

 

Qual è stato il tuo primo personaggio, la tua prima storia?

Sinceramente nessuno/a, ho cominciato innumerevoli progetti/bozze senza portarli a compimento, attualmente ho due idee, credo decenti, ed una sceneggiatura altrui da illustrare.

mostra-io-sto-bene

Ma tu “Stai bene” davvero?

La risposta naturalmente è no, come si evince dall’insieme di immagini che fanno parte del progetto, però, alla fine, ho veramente poco di cui lamentarmi.

 

power girlQual è la tua principale fonte di ispirazione?

Sono sempre stato un lettore onnivoro, libri, fumetti, film, serie televisive, anche la musica, tutto aiuta a costruire il proprio mondo immaginario e a sviluppare la propria creatività, non si butta via niente, e naturalmente vivere, essere un buon osservatore, assorbire tutto quello che ci circonda e rielaborarlo. Per quanto riguarda il fumetto i nomi che mi vengono in mente e che sicuramente mi hanno avvicinato a questo media quando ero piccolo sono il grande Benito Jacovitti e la coppia Goscinny/Uderzo con il loro Asterix, poi ho divorato di tutto, dai comics americani, manga ( primi su tutti Akira di Otomo ed il Devilman di Nagai ), fumetti europei e naturalmente da ricordare la fantastica stagione di Frigidaire/Cannibale ( Pazienza, Scozzari, Tamburini, Liberatore,  Mattotti ) ed a seguire i fumetti prodotti dal gruppo Valvoline, poi naturalmente come non citare Pratt, Moebius, Giardino, Toppi, Milazzo, Breccia, ecc..ecc…tutti disegnatori che apparentemente non c’entrano niente con me, ma che mi fan godere come una scimmia.

 


wonder-womanPensi che ci sia un futuro per i fumettisti italiani, o meglio trasferirsi all’estero per farne una vera e propria professione? 
Sappiamo bene che alla cultura italiana e in questo caso al fumetto, manca sicuramente il senso d’impresa…cosa ne pensi?

Bah, dipende tutto da cosa si vuol fare, certamente all’estero ci son più possibilità, anche perché creare fumetti, cartoni animati, e tutto quello che orbita intorno alla creatività è considerato un lavoro. In Italia perlopiù passatempi, ed in effetti se qualcuno ti contatta per avere un disegno, un logo, perfino un cartoon ti vorrebbero pagare in brigidini, tanto che ce vole…son due scarabocchi…li sa fare anche mio figlio. Attualmente grazie ad internet, tramite i blog ed i social network si può contattare chiunque e rendersi visibili, naturalmente di contro c’è il fatto che è molto difficile emergere data la mole di materiale disperso nella rete, c’è da sbattersi, ma i canali ci sono e nemmeno difficili da trovare, Facebook ad esempio è diventato un’ottimo strumento per attivare sinergie, è pieno di comunità di disegnatori che si scambiano informazioni e, cosa molto importante, in qualsiasi mestiere, da la possibilità di confrontarsi, unico metodo per  crescere come professionisti.

paure

Che farai nei tuoi sogni?

Niente di che,  grafite e sudore.

 

Grazie Massimiliano, ti terremo d’occhio, continua a delirare,

ci fa stare bene! 😉

 
 

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