Ecco un altro racconto tratto dal libro “Gente di un certo (dis) livello – Manuale di sopravvivenza nella giungla metropolitana”.
La Gente col Ciuffo, alias emo-gente, è soprattutto impegnata ad essere figa e triste. Perché essere tristi fa figo e
la tristezza rende fighi. Lo status-symbol della Gente col Ciuffo è il ciuffo ovviamente.
Deve essere lungo, asimmetrico e coprire interamente un occhio, a volte anche due, per questo spesso li potrete vedere al pronto soccorso, figamente azzoppati o con la gamba rotta, ma sempre dannatamente dentro il personaggio.
Anche il dolore fisico fa figo e il dolore fa emo. Potrete trovare dei tutorial su internet su come tagliuzzarsi ad arte le dita dei piedi o il gomito del tennista. Non prendete esempio, loro spesso utilizzano solo lamette di plexiglas fuxia per i loro giochi pericolosi.
Capelli neri o fluo, liscissimi e scolpiti dal gel, nè punk, nè dark, ma emo. La gente col ciuffo è piuttosto Pokemon.
Tutto ciò che indossano deve essere sempre super aderente, meglio se di 1-2 taglie meno. Di solito gli emo sono skinny come i loro skinny jeans, ma quando ciò non succede, si strizzano lo stesso dentro una 28, “che tanto poi vedi come cede”.
Povero Guy Picciotto, quando schitarrava con i suoi Rites of Springs, negli anni Ottanta, mai avrebbe immaginato che dal suo emotional hard-core sarebbero venute fuori creature musicali a metà tra esseri umani asessuati e alienimanga.
Purtroppo, la maggior parte della gente col ciuffo è solo emo-poser, come si dice in gergo, segue cioè solamente la moda da brava pecora nera e non sà neanche cosa sia la vera musica emo-core.
Un’altra caratteristica della G.c.C, è quella dell’ossessione per l’autoritratto. Essi si trovano e riconoscono all’interno dei blog. Ci sono siti pieni zeppi di foto emo. Il blog e i social netowork sono l’ habitat ideale dei nostri ciuffoni.
La Gente col Ciuffo esprime, così, con foto e video conditi da chili di mascara e matita nera, la propria interiorità, il proprio disagio interiore.
Emo sempre come emozione quindi, ma anche emo come emocromo e, per concludere degnamente il nostro profilo sulla categoria, emo come emorroidi.
Consiglio musicale: Tokio Hotel “Humanoid” , 2009
Illustrazioni: Diego Dari