Mucha Merda

Un monte di merda, ma proprio tanta, tanta. Di quella che ti cade addosso come una valanga, non ti lascia respirare neanche un minuto. Quando pensi di aver preso in faccia l’ultimo stronzo, ecco che ne arrivano altri, più neri e agguerriti.

keep-calm-and-mucha-mierdaLa merda è il mio habitat naturale, ci convivo dalla nascita. Diciamo che non mi è possibile concepire un mondo privo di merda. Quando ero piccolo non ne ero prettamente consapevole, giocavo con lo sterco in maniera innocente, ma una parte di me sentiva che in esso vi era qualcosa di familiare, rassicurante. Forse, già da bambino, avevo intuito che bisogna abituarsi a saper galleggiare, per poter sopravvivere in questo mondo bizzarro.  La merda è mia amica, è un prodotto di scarto caldo e confortevole. Mia nonna mi ha sempre insegnato a non disprezzare la merda, ma ad amarla e utilizzarla per fertilizzare la mia mente. Sento odore di merda di vacca fuori dalla finestra della mia camera e mi ricordo le corse nei campi dietro casa mia. Un profumo d’infanzia misto a sudore e ginestra. La cacca mi ricorda tante cose, allegre e spiacevoli, ma comunque mie.

Quel monte di merda arrivò come una tempesta fertile a giugno. Si chiamava Lara ed era la mia nuova vicina. In un primo momento provai una forte stitichezza quando la vedevo, poi, pian piano, mi accorsi che iniziavano i primi movimenti intestinali a scuotermi il cuore. Cominciavo a sentire profumo di merda e ciò mi dette un brivido di piacere. Finalmente tornava un po’ di cacca nella mia vita solitaria. Io e Lara ci amavamo moltissimo, ci salutavamo ben 3 volte al giorno: la mattina quando andava a lavoro in ufficio, quando rientrava a pranzo e quando usciva per fare la spesa, di pomeriggio. Spesso avevamo incontri galanti, ma molto furtivi, come quando, nell’inverno successivo al suo arrivo, la obbligavo a farmi portare la sua legna a casa (se la merda vi sembra poca, vi dirò che la mia adorata Lara stava al 5° piano senza ascensore). Ci amavamo alla follia io e Lara, anche quando non si ricordò che era il mio compleanno e fui costretto a cacare da solo, nel mio piccolo cesso. In realtà cominciai a sospettare che non amasse troppo la merda come me, mi pareva sempre così asettica e neutra. Iniziai di nuovo ad essere stitico, era il 15 luglio del 1995. Avrei avuto una settimana di ferie e decisi che me ne sarei andato al mare, a casa mia. Prima, però, dovevo affrontare Lara, era giunto il momento di lasciarla, non potevo più continuare così, non andavo di corpo da ben 5 giorni. Non ebbi le palle e le lasciai solo un patetico post-it, so bene che è proprio da stronzi, ma fu più forte di me. Le scrissi solo: “ Pensavo fosse merda, ma mi sbagliavo”. Chissà se avrà capito. So solo che appena arrivai da mia mamma, sentii il forte impulso di defecare: finalmente mi sentivo di nuovo a casa.

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